Anche il ponente ligure è attivo nel mondo del pugilato e se nelle province di Genova e La spezia si organizzano riunioni e vi sono giuste aspirazioni per i pugili, dalle parti di Imperia non stanno a guardare. Andiamo a conoscere tre tecnici che, da più o meno tempo, stanno portando avanti le rispettive palestre con un duro e costante lavoro. Si tratta di Stefano Veglia (Boxe Sanremo), Enzo Orsogna (Boxe Ventimiglia) e Timothy Callegari (Fighting boxe Imperia).

Iniziamo da ponente col maestro Enzo Orsogna. Maestro partiamo dal principio: com’è stata l’attività prima di essere tecnico?

“Il mio bilancio da atleta è di 99 match, 68 di pugilato e 31 di full contact. La mia carriera si è svolta principalmente in Francia. Pur non arrivando a conquistare nessun titolo nazionale direi che alcune soddisfazioni me le sono tolte”.

Quindi hai poi deciso di continuare come insegnante?

“Si, adesso siamo in una fase di transizione perché abbiamo avuto qualche problema con la struttura; ne sono derivati rallentamenti sul costituire un nuovo direttivo e con le affiliazioni. Però ci stiamo rimettendo in piedi”.

E sui tuoi pugili?

“Posso parlarne solo bene. Ho due professionisti fratelli: Aberrazek e Omar Kobba. Il primo è stato infortunato alla caviglia per un lunghissimo periodo. Ce ne siamo accorti troppo tardi, alla vigilia di un importante match a Mantova contro Federici. Adesso abbiamo ripreso gli allenamenti da circa dieci giorni e vediamo cosa succede; anche perché a 38 anni non è più così semplice. Il fratello Omar si allena anche lui con me a Ventimiglia. Combatte però per Monaco dove ha anche il suo procuratore. Recentemente ha ben figurato in Francia anche se il verdetto, a detta di diversi addetti ai lavori, non è stato a suo favore. Poi ho un bel gruppo di dilettanti. Un elitè di 91kg Attilio Sorgi, pugile molto tenace, che da poco ha partecipato ai campionati a Pescara. Il sorteggio però non è stato molto felice ed è arrivata la sconfitta con Cogasso poi finalista. Oltre a lui ci sono degli elitè. Moreno Sitzia ha già dieci match da senior e nel prossimo farà l’esordio senza caschetto. Poi vi sono: Riccardo Pianura, Andrea Amedei e Fabio Scappatura. Purtroppo sono quasi tutti condizionati dal loro lavoro che talvolta li costringe a saltare qualche allenamento o a dover rinunciare a degli incotri. Infine Ho i fratelli Barbero che hanno entrambi due match e si stanno comportando molto bene”.

Si può dire un bel gruppo. Le tue aspettative verso di loro?

“Quello che spero e che mi fa piacere è che diano sempre il massimo. Il risultato poi può anche essere frutto di diversi fattori. Per il resto poi abbiamo in programma anche di creare qualcosa come attività giovanile”.

Da Ventimiglia a Sanremo dove a portare avanti la boxe è Stefano Veglia. Maestro come hai iniziato l’attività:

“Sono cresciuto nella mia attuale palestra come atleta pur non facendo dei match; aiutavo il mio vecchio maestro negli allenamenti e nella preparazione. Pochi anni fa non abbiamo più potuto contare sul nostro maestro e a quel punto ho preso la decisione di studiare da tecnico e di prendere in mano la palestra nel biennio 2015-16. Con me ho Tebaldo Fontò che mi è stato vicino sin dall’inizio. Da poco tempo possiamo anche contare su Matteo Calvini, ex pugile che si è unito a noi due e ci supporta nell’attività coi ragazzi”.

Com’è la gestione del gruppo? Parlaci un po’ dei tuoi ragazzi.

“In palestra c’è Christian Gazzano, elite nella categoria 64kg. Si è già distinto più volte sia in Liguria sia fuori. Ha un bel curriculum pugilistico; peccato che nelle ultime apparizioni si è dovuto scontrare fin dalle primissime fasi con gente che poi è andata a vincere il titolo o comunque a disputare la finale. Oltre a lui abbiamo un gruppo di giovani su cui stiamo investendo e che dovranno poi esordire”.

I tuoi prossimi obiettivi quali sono?     

“Beh un maestro spera sempre il meglio per i suoi ragazzi e come gli altri non faccio eccezione. Vorrei portare qualcuno di loro a vincere qualcosa. Partiamo comunque da un obiettivo più alla portata: nei prossimi tornei spero che la fortuna ci assista un po’ di più nei sorteggi e non ci faccia subito incontrare i favoriti”.

Infine ci spostiamo nel capoluogo Imperia dove ci illustra la sua attività Timothy Callegari. Maestro come è nato l’amore tra te e la boxe?

“Guarda posso dire che un po’ ce l’ho nel DNA. Innanzitutto mio padre faceva boxe da ragazzo così che io potessi conoscere questo sport da vicino. Particolarmente significativo poi è stato un episodio: quando avevo sei anni mio papà mi ha portato a Sanremo ad assistere agli allenamenti di Marvin Hagler che di lì a poco avrebbe disputato il mondiale. Lì è già scattato qualcosa, poi ho seguito tutti i più grandi di quel periodo fra cui Tyson. In seguito mi sono iscritto nella  palestra dei fratelli Frediani (Pugilistica Frediani) solo per allenarmi ma dopo pochi mesi il mio maestro ha deciso di farmi debuttare. Come atleta ho una ventina di match, fra cui alcuni anche in Francia. Sono arrivato anche a una finale regionale dove però ho perso”.

E come è venuta la spinta di metterti in gioco come tecnico?

“Nel 2009 ho dovuto lasciare l’attività agonistica per motivi lavorativi. Nello stesso anno però a Genova si teneva il corso per aspiranti tecnici e ho deciso di partecipare. Mi sono poi affiancato a qualche palestra anche se l’attività prevalente era la Kick e poi mi sono sempre trovato meglio da solo come insegnante. Così nel 2013 ho proseguito nel mio percorso conseguendo l’attestato di tecnico ad Assisi. L’anno successivo ho trovato un locale e ho avuto il supporto di Domenico Lavagna (Presidente) e Giovanni Cirillo (preparatore atletico) così da poter aprire la palestra”.

Qualche curiosità sui tuoi pugili?

“Ho diversi ragazzi, ma molti di loro non riescono a essere costanti con gli allenamenti. I due più assidui sono Alessandro Stefanazzi (64kg) e Mehdi Gueribi (66kg). Il primo ha un’esultanza tutta sua che ricorda il mondo del calcio, fa il salto mortale all’indietro. Mehdi è molto tecnico e nelle movenze ricorda alcuni pugili del passato. Ho poi un ragazzino molto giovane Ernesto Schivo, è sui 60kg e nonostante la giovane età fa 30 km per venire all’allenamento dimostrando grande passione e grande professionalità.

Alessio Melizzi