Genova, la superba, una tradizione pugilistica che poche città possono vantare. Molto del lavoro passato e presente si deve ai suoi tecnici, gente piena di passione e con la professionalità giusta per rendere il meritato onore a questo sport e forgiare dei grandi atleti. Atleti ieri e tecnici oggi. Diversi rappresentanti tecnici del panorama genovese hanno intrapreso proprio questa carriera. E se ieri potevamo ammirarli sui vari ring della Liguria e dell’Italia oggi possiamo invece vederli trasmettere la loro esperienza e passione dall’angolo.

Proprio come Simone Rossetto, una carriera pugilistica di tutto rispetto e l’avventura da tecnico iniziata fin da giovanissimo nella sua Arenzano.

11072963 10153227064849641 5608173386709386743 oSimone prima di tutto come mai il passaggio così presto da pugile a tecnico?

“Guarda quando mi allenavo andavo tutte le sere da Celano a Cornigliano poiché qui ad Arenzano non c’era nessuno. A volte mi capitava di non poter andare vista la lontananza, ma quando avevo ancora 25 anni mi è stata fatta una proposta da parte di una palestra qui nel mio Comune e allora ho accettato di iniziare a mettere insieme i ragazzi e insegnare nel mio territorio”.

E com’è essere insegnante così giovane?

“All’inizio era una cosa che spaventava, ma poi ho notato che essere come età vicino ai pugili rappresentava un po’ l’essere come loro. Io faccio la ginnastica con loro, le ripetute, la doccia a fine allenamento con loro. Per il gruppo è una cosa molto importante. Posso anche dire che i risultati si sono visti; al momento la mia palestra ha 26 agonisti fra cui diversi elite.

Hai qualche obiettivo particolare per il prossimo futuro?

“Sto ancora aspettando di vedere come evolvono i miei ragazzi. Però il fatto che molti siano già passati elite è un risultato. Spero di poter disporre di una scuderia competente a livello regionale e interregionale”.

Un’ultima cosa, il fatto di essere stato attivo nel sociale e di aver avuto a che fare con degli atleti disabili cosa ti ha trasmesso?

“Beh è abbastanza semplice. Ti fanno capire veramente capire cosa sono i problemi. Quanto vedi un ragazzo sulla carrozzina che non riesce a mangiare o a esprimersi insomma che non è indipendente e tu magari sei stressato per mille motivi, capisci realmente qual è il giusto peso da dare alle cose”.

Da Arenzano a Pegli. Quartiere nuovo per il pugilato, ma dove il maestro Alessandro Zini sta facendo un ottimo lavoro per far crescere la boxe anche lì.

62840715 1550391671757444 6930218731855413248 nAlessandro ci racconti come hai cominciato questa avventura?

“Ho maturato diverse esperienze negli sport da combattimento anche se non nel pugilato, ottenendo anche dei buoni risultati. Nella Savate ho partecipato più volte ai campionati italiani riuscendo anche a vincerli e a far parte della selezione italiana. Inoltre mantengo ancora adesso il ruolo di direttore tecnico della nazionale italiana. Per quanto riguarda il pugilato ho fatto il corso di aspirante tecnico circa 10 anni fa. Sognavo di avere una palestra mia e a Pegli, quasi tre anni fa, ho trovato uno spazio grande e ottimo per allestire una palestra”.

Questi primi anni come sono stati?

“Devo dire buoni. Ho fatto debuttare alcuni ragazzi che hanno anche ben figurato. Al momento ho anche un bel vivaio di ragazzini giovani che mi auguro possano crescere e togliersi diverse soddisfazioni”.

Questo potrebbe essere un tuo obiettivo, cioè quello di far crescere il tuo vivaio?

“Bel il traguardo è quello di riuscire a formare una squadra competitiva con più atleti agonisti. Tuttavia non c’è solo il risultato. Trasmettere una boxe attuale in modo che possano essere soddisfatti loro per primi, sarebbe per me motivo d’orgoglio. Un’altra aspettativa, non meno importante, è quella di poter far si che il pugilato sia mezzo per far crescere i ragazzi più sani, fisicamente, ma anche per toglierli dalla strada o da cattive frequentazioni”.

Da Pegli ci spostiamo a Sestri Ponente e andiamo a sentire un altro tecnico, Salvatore Coniglio che da diverso tempo gestisce il corso di pugilato alla Gym Club di Sestri Ponente.

62549625 1550391921757419 8880674152470544384 nSalvatore come è nata la decisione di iniziare il percorso di tecnico?

“Prima di tutto la passione  per questo sport. Come atleta ho iniziato giovanissimo da Celano quando avevo 16 anni. Poi ho iniziato a combattere come peso massimo e mi sono tolto negli anni successivi diverse soddisfazioni con 3 titoli regionali, un interregionale (non più in vigore) e una finale del titolo italiano. Purtroppo i problemi fisici alla schiena mi hanno impedito di continuare la carriera. In quegli anni mi allenavo di tanto in tanto in una palestra qui a Sestri Ponente e, conoscendo i miei trascorsi nella boxe, mi hanno proposto di allestire un corso di pugilato gestito da me. All’inizio non c’erano tutte le formalità di adesso, ho cominciato solo con le mie capacità e la mia esperienza. Naturalmente poi mi sono adeguato con il corso di aspirante tecnico e successivi”.

Come sono stati questi primi anni di attività?

“Diciamo che siamo cresciuti molto. La gente piano piano mi  ha conosciuto e al momento ho fra le 40 e le 50 persone. Diverse cose mi hanno dato soddisfazione: in primis il fatto di avere tante donne iscritte al corso e qui si abbatte lo stereotipo del pugilato come sport esclusivamente maschile; poi tanti ragazzini giovani e tanti ragazzi provenienti da altri sport che provano il nostro allenamento. Agonisti per il momento pochi, ma i primi anni ho fatto esordire dei ragazzi con Celano poiché eravamo ancora sprovvisti del titolo di ASD. Da poco tempo ci muoviamo in autonomia e qualche ragazzo pronto c’è già”.

Quindi l’obiettivo è quello di aumentare il numero di essi?

“Penso che questo può e deve essere una conseguenza. Io prima di tutto tento di insegnare pugilato, di trasmettere qualcosa di diverso rispetto a quello che è l’allenamento standard e le figure. Mi piace lavorare sulle caratteristiche fisiche personali di ciascuno, svolgere allenamenti che siano in grado di sviluppare la forza, tenere sotto controllo i battiti, etc. Il fatto di essere in un centro sportivo e di poter utilizzare spazi e materiali promiscui ci aiuta molto. Per me il pugilato è questo, non uno scopo di lucro. Non ho la volontà di mandare un ragazzino non pronto a combattere. Certo, se poi arrivano i risultati dopo un lungo percorso ben vengano”.

Passiamo adesso a Ciro Ciano Silvestri. Una lunga carriera tra dilettanti e pro e adesso nei panni di Aspirante Tecnico.

10389708 1039930702699820 6313082503646423572 nCiro per cominciare quando hai deciso di tentare l’esperienza da insegnante?

“Come ti avevo già raccontato in una precedente intervista dopo l’incontro con Moncelli mi ero ritirato dall’agonismo e avevo perso interesse anche nell’andare a vedere gli incontri. Poi il mio amico e mentore Riccardo Baucia è riuscito a convincermi che a questo sport posso dare ancora tanto e allora ho deciso di tornare e passare all' insegnamento.

Un primo bilancio di questa tua esperienza?

“Positiva senz’altro. Io ho iniziato con un piccolo gruppo presso la Gold & Blue a Sestri, gruppo che adesso si è consolidato. Come staff tecnico siamo anche cresciuti. Mi dà una mano Matteo Servetti che è aspirante tecnico. Un ragazzo in gamba, giovane e ambizioso al punto giusto. E insieme a noi c’è anche il prezioso contributo di Enrico Foglia”.

I tuoi prossimi obiettivi quali saranno?

“Per il momento non mi sono posto dei traguardi. Provo innanzitutto a trasmettere qualcosa ai miei ragazzi, a dargli quel giusto spirito di sacrificio che è necessario. Poi penseremo a inserire qualcuno nell’agonismo e dopo ancora si vedrà. Comunque  le novità non mancheranno".

E rimaniamo a Sestri ponente e con un altro ex della Celano boxe: Fabrizio La Mantia. Una lunga carriera prima da amatore e poi da dilettante sempre nella società di Cornigliano.

41651910 529387877489528 7735704663848124416 nFabrizio com’è stato il passaggio da atleta a tecnico?

“Il pugilato per me è sempre stata una passione. Alla Celano sono stato uno dei primi allievi. Ho conosciuto praticamente tutti i pugili che sono passati da lì. Ho combattuto da amatore e poi ho fatto qualcosa anche nei dilettanti. Dopo però anni e anni e arrivato a un’età in cui combattere risultava ormai difficile ho cercato qualcosa che mi desse altri stimoli rispetto alla routine della ginnastica e del sacco. Così nel 2009 ho frequentato il corso da tecnico e contemporaneamente, un po’ influenzato anche da mio fratello Marco, anche il patentino di arbitro”.

E il percorso finora come si è svolto?  

“All’inizio sono rimasto da Celano e per diversi mesi ho aiutato Andrea Solaro nella preparazione per il suo passaggio al professionismo. Un inizio difficile ma anche stimolante in quanto Andrea era un ottimo pugile, già uno score di tutto rispetto e un campionato italiano universitario vinto alle spalle. Per me è stata subito una bella sfida coadiuvarlo nel suo lavoro. Nel biennio 2010-11 ho iniziato a tenere dei corsi in palestre di fitness, una a Prà e una a Sestri ponente, la Gymnasium Health Club dove sono tutt’ora. Ho dovuto fare una scelta perché gestire due corsi in due palestre differenti non è semplice; in più ho anche il mio lavoro a cui dedico tanto tempo. Sono rimasto perciò alla Gymnasium dove ho un ottimo rapporto con la proprietà e nella quale ho un gruppo ormai consolidato che conosco da anni”.

Però il sodalizio con Mohamed “Momo” Khalladi rappresenta la vera svolta?  

“Conoscevo già Momo dai tempi della Celano e circa tre anni fa aveva manifestato la voglia di passare al professionismo. All’attivo aveva già qualche match da neopro, ma di lì a poco c’è stato un periodo di inattività in quanto non è andato a buon fine l’incontro con il primo probabile manager. Successivamente c’è stato l’incontro con Dino Orso che fino a quel momento conoscevo solo di fama. Egli è rimasto molto perplesso dal fatto che Mohamed non aveva un allenatore che lo seguisse personalmente. Così Momo, che mi conosceva ed era cosciente del lavoro che avevo già svolto, mi ha chiesto di dargli una mano, di intraprendere con lui questo percorso. Percorso che comunque abbiamo iniziato restando nei neopro su consiglio proprio di Dino Orso. Il primo anno è partito con un match in Francia e comunque già al primo tentativo abbiamo  sfiorato il titolo italiano”.

Quindi c’è stato il passaggio al professionismo vero e proprio? E l’esperienza come è andata? 

“Guarda la decisione di stare affianco a Momo l’ho presa sia per le sue qualità umane perché lo reputo un bravo ragazzo, sia perché vedevo in lui un talento ancora inespresso, poco curato. E francamente penso abbia ancora margini di miglioramento. Il percorso da professionista è poi iniziato dopo quell’assalto al titolo italiano e come sai la preparazione da professionista è del tutto diversa rispetto al dilettante ma anche rispetto al neopro. In palestra lavoriamo tantissimo. Ho cercato fin da subito di toglierli alcuni automatismi errati che nel corso del tempo aveva acquisito. Inoltre ho provato a fornirgli il mio supporto sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista atletico con una preparazione specifica considerando anche il metabolismo. Da lì ci siamo tolti diverse soddisfazioni, su tutte quella di aver fatto un match contro un avversario che per cinque volte ha difeso il titolo europeo”.

 E il futuro?

“Innanzitutto non mollare mai perché sia io che Momo non ci arrendiamo. Crediamo in questo sogno. Adesso Momo dovrà affrontare la preparazione con qualche problema fisico, ma noi tenteremo lo stesso di avere l’approccio dei campioni prima ancora che dei pugili. Auguro a Momo di conquistare il primo titolo da professionista; e dico il primo perché so che ha le qualità per andare oltre”.

E nel ponente, ultimo ma non ultimo - considerato che da 20 anni mantengono il primato di prima ASD della Liguria - passiamo a Cornigliano con la gloriosa Celano Boxe. Palestra dalla quale sono usciti tanti pugili che si sono fatti valere nel mondo pugilistico ligure e nazionale. Anche molti degli attuali tecnici hanno militato nella società corniglianese. A raccontarci la storia e il presente della palestra c’è il tecnico Paolo Celano.

22255095 10214950214452918 6625480107485685630 oMaestro puoi dirci qualcosa sul percorso agonistico tuo e di tuo fratello Enzo? E su come è iniziata la storia della Celano boxe?

“Sia io sia mio fratello abbiamo iniziato giovanissimi. All’età di 6 anni nella nostra scuola elementare c’era la palestra di pugilato, il quale sport nella nostra famiglia era un’istituzione; i nostri zii Ottavio e Salvatore erano atleti e anche nostro papà nutriva una forte passione. Abbiamo cominciato sotto la guida di Aureliano Bolognesi, medaglia d’oro a Helsinki nel 1952 e tutt’oggi unico oro olimpico della Liguria nel pugilato. Da lì dopo qualche anno ci siamo spostati con nostro zio alla Mameli dal maestro Speranza che fu a sua volta maestro di Bolognesi; insomma il maestro del maestro. Io ho disputato a fine carriera 44 match di cui solo 4 persi, su tutti la finale degli italiani contro Stecca; mentre mio fratello 33. Lui poi è stato in nazionale militare e ha avuto come compagni gente del calibro di Rosi, Damiani, Russolillo e appunto Stecca. La nostra carriera è terminata presto perché a 19 anni abbiamo deciso di rilevare la carrozzeria dove lavoravamo. Fino ad arrivare al 1997. In quell’anno c’è stato proposto di aprire una società satellite della Mameli anche se poi non se ne fece nulla, ma sia io sia Enzo eravamo già abilitati a insegnare ed eravamo anche discretamente conosciuti. Allora abbiamo optato per Celano boxe e ci siamo ritrovati con noi il piccolo che ci eravamo portati alla Mameli”.

Quindi una storia più che ventennale. Tante soddisfazioni immagino?

“Tantissime. Quasi tutti gli anni siamo stati la prima ASD della Liguria (solo un anno ci ha scavalcato di poco la Pugilistica Spezzina), abbiamo organizzato centinaia di manifestazioni e tanti nostri ragazzi sono arrivati a vincere dei titoli. In più alcuni sono arrivati al professionismo. Penso a Khallady, 55 match da dilettante e 8 da PRO con noi, Pilone che ha già all’attivo 3 incontri da professionista, Lala che a Settembre farà il suo debutto da professionista, auspico alla sala Chiamata del porto e infine Otman che ha già un curriculum di 35 match oltre alla cintura ligure”.

E sul prossimo futuro hai aspettative particolari?

 “Ci siamo spostati da poco all’ex mercato di Cornigliano ma siamo già operativi. Posso contare su circa 15 agonisti che ora elencarli tutti diventa lunga. Poi si allenano da noi altri ragazzi: uno school boys che in tre mesi ha già 6 match all’attivo e una ragazza che conto di far esordire alla prima occasione e che penso possa darci enormi soddisfazioni. Tutto questo senza contare il settore giovanile che gestiscono mio fratello e Mimmo Cafarelli e che si prepara a disputare le fasi finali dei giochi della gioventù a Latina questo mese”.

Alessio Melizzi