Dopo aver sentito le storie dei tecnici del ponente genovese ci spostiamo verso la Valpolcevera e fra veterani e giovani insegnanti sono davvero suggestivi gli spunti che i tecnici genovesi riescono a darci. Ogni intervista meriterebbe un capitolo a sé solo per l’entusiasmo e la dedizione che i nostri maestri ci mettono. E il loro lavoro non finisce mai di sorprenderci positivamente.

 

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Il primo dei maestri è uno che non ha bisogno di presentazione. Una grande carriera pugilistica e da anni un punto di riferimento per tanti giovani che si affacciano al mondo della boxe per la prima volta. Stiamo parlando nientemeno che di Carlo Russolillo che con la sua Mameli Boxe continua, ormai da decenni a formare, a formare ragazzi e a dare un’impronta pugilistica di assoluto livello.

Maestro cosa puoi dirci riguardo al tuo metodo d’insegnamento? Hai cambiato qualcosa nel corso degli anni o sei rimasto fedele al tuo modello?

“Il mio metodo di insegnamento non l’ho mai cambiato. Purtroppo il pugilato non è più bello come una volta, adesso vedo che non c’è più attenzione per la difesa e anche la tecnica si è un po’ persa per dar spazio alla fisicità. La difesa però è tutto e io tento ancora adesso di trasmettere questo ai miei ragazzi”.

Quindi meglio prendere un colpo in meno anzi che darne uno in più? 

“Assolutamente si. Prima di tutto difendersi, coprirsi, proteggersi. Allora a quel punto puoi portare a casa il risultato e soprattutto l’incolumità”.

Che cosa pretendi di più dai tuoi allievi?

“Devono essere bravi. Detto così può sembrare banale, può voler dire tutto ma anche niente. Essere bravi significa curare la tecnica sotto il profilo pugilistico, ma essere bravi dal punto di vista umano e dell’atleta significa avere il rispetto del maestro e dei compagni quando si viene in palestra; avere il rispetto di questa disciplina che tanto può dare. Poi io tento di fare il possibile, di seguire i loro progressi e correggere ciò che non va per colmare quelle che poi possono diventare delle lacune.

 

13412185 1093947143996647 2969367149698601502 oDa Serra Riccò ci spostiamo a Bolzaneto dove troviamo un tecnico che negli anni ’90 ha fatto molto parlare di sé come pugile e ha fatto avvicinare tanti al pugilato nel panorama genovese e ligure. Andiamo a scoprire la All boxing team di Francesco “Cecco” Pernice.

Maestro ci puoi fare prima di tutto un bilancio della tua attività in questi primi anni?

“Mah diciamo che dal 2010 a oggi cose ne sono successe tante e di sicuro posso ritenermi soddisfatto per tutti i ragazzi che ho visto passare di qua e che hanno raggiunto anche buoni risultati. Penso a Davide Giacobbe, Andrea Demasi, Giovanni Di Santo e altri. Ragazzi che sono arrivati fino alla qualifica di Elite”

Quindi tanta passione e tanta voglia di fare?

“Da parte mia tanta passione, almeno quanto ne avevo quando combattevo. Per quanto riguarda il lavoro in palestra i complimenti vanno ai ragazzi mentre un ringraziamento sentito è per Roberto Risso e Francesca Moles che mi danno un grosso aiuto nella gestione degli allenamenti e nella preparazione”.

L’anno prossimo festeggerete i vostri primi 10 anni. Dobbiamo aspettarci qualche bella sorpresa?

“Speriamo in una bella sorpresa anche noi. A parte gli scherzi crediamo di poter fare qualcosa di buono anche fuori come già abbiamo fatto vedere nelle recenti riunioni. Magari riuscire a organizzare un bell’evento noi dove tanti ragazzi hanno la possibilità di combattere e dove poter riuscire a portare a casa delle belle vittorie”.

 

71907265 959753647692324 1660225513848832000 nProseguiamo la kermesse con un altro nome che prima da atleta e poi da tecnico ha rappresentato alla grande il pugilato in Liguria: Roberto Pirastu; che ancora oggi primeggia coi suoi ragazzi nelle varie esibizioni e vanta diversi pugili arrivati poi al professionismo.

Roberto la prima domanda è doverosa, come avete vissuto con la palestra la tragedia del ponte Morandi?

“La palestra di via Fillak l’avevamo lasciata da qualche mese e non eravamo lì quando c’è stata quella disgrazia. Purtroppo alcune vicende hanno reso inevitabile la rottura e il conseguente abbandono di quella struttura. Per un po’ siamo stati indecisi sul da farsi ma per fortuna Andrea Monti ci ha dato una mano e ci ha messo a disposizione una palestra in pieno centro dove riusciamo a continuare e dove i ragazzi continuano a venire. Devo dire che Andrea in primis ma anche molti altri hanno fatto veramente il possibile per darci una mano e per consentirci di portare avanti i nostri pugili”.

A breve ci saranno i campionati regionali; come ci arriverà la Trionfo Genovese?

“Ci arriveremo preparati come sempre e tentando di giocarcela come abbiamo sempre fatto. Al momento direi che tre ragazzi sono praticamente sicuri: Giacobbe, Gaglianese e Martino Vigo, forse ne riusciremo ad aggiungere anche un quarto ma intanto siamo sicuri di rappresentare al meglio tre diverse categorie”.

Sarebbe un grande punto di partenza in attesa di trovare un’altra sistemazione.

“Stiamo lavorando per questo. Sono convinto che i ragazzi faranno del loro meglio. E poi oltre ai tre che rappresenteranno la palestra nella fase regionale abbiamo anche Marchese che non smette mai di stupire nel professionismo, senza contare Camilla Fadda che negli ultimi anni a livello femminile ha vinto tutto ciò che si poteva. Quindi una bella sinergia e un grande impegno da parte di tutti.

 

22498975 1561695693888454 8182406213130408141 oRestiamo in Valpolcevera dove poco distante troviamo Fabrizio Pitto che porta avanti la gloriosa Pugilistica Borghetto che per tanti anni è stata sotto la guida di Arnaldo Sbardella.  

Maestro cosa significa ricevere l’eredità di Sbardella?

“Guarda innanzitutto ti ringrazio ma non mi definisco maestro. Maestro era quello che hai nominato e di cui abbiamo sempre la foto qui in palestra. Io sono un tecnico che fa il possibile per far andare avanti la nostra società. Riguardo all’eredità ricevuta dal mio maestro posso dirti che per me la boxe è stata tanto. Era la mia valvola di sfogo. Magari non ero bravo come altri, ma il maestro deve aver visto qualcosa in me che lo ha spinto a insistere per farmi frequentare i corsi da tecnico”.

E cosa tenti di trasmettere ai tuoi ragazzi?

“Tento di essere onnipresente, cioè non solo un tecnico che insegna la tecnica o fa fare la preparazione, ma un punto di riferimento. In altre parole cerco di dare qualcosa a prescindere dal pugilato”.

Negli anni la Borghetto ha forgiato diversi campioni. Chissà che non ne possano nascere altri…?

“Ce ne sono stati diversi e due di loro sono ancora qui a darmi una mano. Fenude è ancora in palestra a seguire i ragazzi e con la stessa grinta di quando si allenava e combatteva (un po’ come se il suo motto fosse soffrire dentro la palestra). Stessa cosa Donatello Rondanina che mi dà una grossa mano. Al momento abbiamo due pugili agonisti, ma se continueremo a lavorare bene penso che potremmo toglierci altre soddisfazioni”.

Alessio Melizzi