Sicuramente la città di Genova può vantare realtà pugilistiche di primo livello, alcune storiche e altre che piano piano stanno emergendo, dimostrando però già grande professionalità e voglia di essere dei punti di riferimento. La Valbisagno si sta senz’altro distinguendo in questo senso e all’interno del suo territorio possiamo trovare  diverse società che sembrano già aver intrapreso la strada giusta.

WhatsApp Image 2019 12 29 at 21.23.13La prima palestra è la PSG Auxilium insediata nella gloriosa sede di via Cagliari. Una società che non ha bisogno di presentazione poiché è stata per decenni il punto di riferimento del pugilato a Genova e che può vantare di aver ospitato nomi che rappresentano la storia italiana del pugilato.  A riportare la Boxe in questa società ci ha pensato Michela Braga. Un passato suggellato da trionfi nella sua carriera da atleta con la vittoria ai campionati italiani universitari nel 2013 e la convocazione in nazionale. Dopo aver appeso i guantoni Michela non si è fermata e ha intrapreso il percorso didattico, prima da aspirante tecnico e poi da tecnico di primo livello.

Michela come ti è venuta l’idea di intraprendere questa strada?

“Ho iniziato a insegnare perché è una passione che ho sempre avuto, quella di poter trasmettere agli altri ciò che ho; attraverso esperienze trasversali  ho avuto modo di imparare. Sentendomi quasi del tutto soddisfatta a livello pugilistico ho poi deciso di iniziare questo percorso. La prima esperienza l’ho avuta in via Cellini come succursale della Celano Boxe e poi ci siamo spostati nella gloriosa sede di via Cagliari dove abbiamo cercato da subito di creare una nostra identità”.

E l’inizio in questa nuova struttura come è stato?

“Ho iniziato con l’aiuto del Presidente Serra e con il supporto del mio grande amico, nonché aspirante tecnico, Luca Segatori. Abbiamo cercato subito di creare uno spazio sportivo degno di essere chiamato palestra di pugilato; anche perché ci tengo a ribadire quanto sia importante la struttura che ci ospita e questo ci dà una grande responsabilità”.

E con i tuoi atleti come sta procedendo?

“Al momento ho un agonista Steven Nunez che ha iniziato benissimo. Al momento stiamo dunque puntando su di lui. Possiamo considerarlo come un esempio per gli altri ragazzi della palestra e infatti ci sono altri ragazzi che a breve dovranno fare visite mediche e che punteremo a far esordire”.

Michela tu in parte rappresenti l’evoluzione che ha avuto negli ultimi anni la Boxe femminile nel nostro paese. Cosa ne pensi?

“Si, sono d’accordo che ci sono stati dei grossi passi in avanti, una nazionale quella femminile che è notevolmente cresciuta in questi anni, in tutte le qualifiche , dalle più giovani alle Elite, dove tra le altre ricordo con piacere la mia amica Alessia Mesiano. 

 

Altra importante realtà nel quartiere di San Fruttuoso è la Thunder Boxing Genova dove l’ex pugile professionista Luis Porcu sta facendo un ottimo lavoro e dove porta avanti il suo progetto di pugilato.

0Luis innanzitutto chiedo anche a te come hai iniziato il percorso e cosa tenti di trasmettere ai tuoi ragazzi?

“Guarda posso dirti che la carriera da insegnante è nata un po’ per gioco. Ancora ero impegnato con l’agonismo e se c’era necessità davo una mano al maestro, magari nella suddivisione dei gruppi. Poi ho deciso di iniziare l’iter formale e di prendere gli opportuni attestati. E adesso eccomi qui ad avere una palestra dove insegno. Ai miei ragazzi tento di trasmettere valori come il rispetto e, soprattutto, l’aiuto reciproco che ci deve essere fra tutti. A me piace che ci sia un gruppo coeso non che ci siano divisioni per esempio tra agonisti e amatori come poteva capitare alcuni anni fa. Il nostro gruppo è formato da tante persone di tutte le età e con situazioni del tutto diverse, ma dentro la palestra, nell’allenamento siamo tutti insieme e non ci sono le distinzioni. Penso sia anche questo lo spirito della Boxe”.

Cosa puoi dirci a proposito del tuo metodo di insegnamento?

“Beh io sono stato agonista per diversi anni e anche abbastanza dedito al mio sport, perciò tento di insegnare ciò che ho appreso. Senza voler costringere nessuno tento però di far capire che gli obiettivi e i risultati si raggiungono con la  determinazione e che talvolta occorrono dei sacrifici. Però, anche per l’esperienza dei miei studi sono cosciente del valore educativo di questo sport e di quello che può dare a livello di salute fisica e mentale. Io sono un sostenitore di quanto sia formativo questo sport e, tramite l’aiuto di una ragazza della palestra insegnante, ho già fatto degli incontri in alcune scuole proprio per avere dei feedback sul pugilato da parte dei ragazzi e tentando di spiegare bene cosa è al di fuori dei luoghi comuni. I primi incontri mi sono sembrati positivi e penso ne farò altri”.

Invece ti chiedo una cosa più personale. Hai mai pensato di tornare sul quadrato?

“Devo dirti che non è soltanto una cosa che mi è venuta in mente ma qualcosa di ricorrente. Ogni volta che vedo i ragazzi allenarsi e che li osservo mentre si muovono mi verrebbe la voglia di ricominciare, di infilarmi i guanti e di salire al posto loro. Però mai dire mai; ho 32 anni perciò non sono ancora anziano e fisicamente posso dire di essere integro. Se capiterà l’occasione chissà…”

 

E per finire con la Valbisagno ci spostiamo alla G&C  Boxing Club. Palestra che nasce dal progetto del maestro Gaetano “Tano” Costantino e il grande e indimenticato Jose Gomez. Oggi la palestra sita in via Cellini è gestita da Pino Gidari al quale Tano ha affidato la sede genovese dopo il suo trasferimento a Cicagna. E Pino insieme a dei validi collaboratori sta tirando su un gruppo dopo diverse difficoltà nei primi anni.

WhatsApp Image 2019 12 29 at 21.28.38Pino mi racconti meglio come è cominciato il progetto?

“Allora, iniziamo col dire che il progetto iniziale è stato di Tano e di Gomez, per l’appunto la società porta le iniziali dei loro nomi (la vecchia Tano’s Boxe era ormai dismessa). Mi chiesero entrambi di dargli una mano e,  grazie alla volontà di Gomez,  ho iniziato con il corso di aspirante tecnico per avere la competenza e la preparazione necessaria per gestire i ragazzi. Purtroppo la scomparsa di Gomez e alcuni problemi che ha avuto Tano hanno fatto slittare il progetto il quale non poteva essere gestito come era previsto”.

Il percorso quindi come è proseguito?

“Abbiamo trovato una sistemazione iniziale in una palestra di danza con la quale condividevamo lo spazio. Poi c’è stato il passaggio in via Robino, ma anche lì era una sistemazione provvisoria. Ci siamo ritrovati senza palestra e io conducevo gli allenamenti all’aperto alla Foce (ovviamente a titolo gratuito) dove ha iniziato a darmi una mano Claudio Gazzolo. Allenamenti all’aperto dove in qualche modo dovevamo arrangiarci. I ragazzi ormai mi seguivano e non si poteva tornare indietro, era necessario trovare una soluzione. Inoltre l’inverno stava arrivando e la situazione era sempre più dura. Mi sono così rivolto all’Arci di Quezzi che ci ha dato a disposizione un piccolo locale dove abbiamo proseguito l’attività. Anche lì però gli spazi erano estremamente ridotti così mi sono dato da fare per un altro posto; ho trovato così l’attuale sistemazione. Gazzolo (amico e collega) ha continuato a darmi una mano e mi è stato di grande aiuto, poi si è inserito Daniel Falconi - ex Pugile Pro argentino negli anni d'oro del Pugilato -  attualmente aspirante tecnico come me e che si sta appassionando sempre di più”.

A questo punto quali sono gli obiettivi che vi siete posti?    

“Adesso ci siamo più o meno stabilizzati e ringrazio Claudio e Daniel per l’aiuto che mi danno. Ora vogliamo crescere e ringrazio Tano per avermi dato questa possibilità, sebbene rappresenti anche una responsabilità non da poco. Per il futuro l'idea è quella di tirare su giovani pugili e dedicare il giusto spazio anche alle attività correlate come la Gym Boxe”.

Alessio Melizzi