67512658_2293294787589089_4015202064165502976_n.jpgNon solo AOB e corsi. La Liguria porta avanti con convinzione e
professionalità anche i settori amatoriale e giovanile a conferma
dell’importanza che hanno anche per lo sviluppo dell’agonismo.


Chi ha detto che il pugilato è solo agonismo, dilettantismo o professionismo, senza altre
componenti? Certamente non la FPI Liguria che soprattutto nell’ultimo mandato ha dato grande rilevanza a queste due realtà, valorizzandole per il loro ruolo di serbatoio e linfa vitale per l’agonismo.
Nonostante non sia semplicissimo riuscire ad avere e crescere giovani in tenera età diverse società
ci hanno provato e tuttora credono nel loro obiettivo e nell’importanza, anche a livello di salute e
di educazione, che questo sport ha e può trasmettere ai più giovani.


Il responsabile regionale Domenico “Mimmo” Cafarelli crede molto in questa attività. Da una parte
l’emotività e la passione che ci mettono i suoi giovani figli, dall’altra le competenze che ha assimilato, oltre al suo trascorso pugilistico da atleta e tecnico, anche nella palestra dei f.lli Celano.Tutto questo ha permesso a Mimmo di arrivare qui e di portare avanti i suoi progetti per lo sviluppo del pugilato giovanile in Liguria.

Mimmo come è iniziata la tua avventura nel pugilato giovanile?
“Principalmente per i miei figli. Loro praticano pugilato già da alcuni anni e accompagnandoli in palestra ho cominciato anche io a nutrire interesse verso la disciplina giovanile”.


L'immagine può contenere: 9 persone, tra cui Mimmo Cafarelli, persone che sorridono, persone in piedi e scarpeQuindi da lì ti sei poi trovato a dover gestire questa responsabilità?
“Un attimo, andiamo per gradi. All’inizio tutta la parte del settore giovanile della Celano era gestita
da Enzo Celano, che aveva anche la qualifica di responsabile della Liguria (dopo la lunga esperienza in tale veste del Maestro Enrico Paganini).

Piano piano ho cominciato a interessarmi anche io, andavo sempre ad assistere agli allenamenti, andavo con loro nelle manifestazioni sia in Liguria sia nelle altre regioni. Inoltre davo una mano nelle diverse mansioni amministrative così da prendere dimestichezza con il ruolo e la routine. L’anno scorso poi Enzo (Celano) ha preferito lasciare il testimone e mi è stata data fiducia sia da lui sia dalla FPI Liguria per prendere in mano tutto il settore. Ovviamente non posso fare altro che ringraziarlo per l’impegno che ci ha messo e per avermi fornito tutte le competenze necessarie per poter proseguire il lavoro”.


E sulla situazione attuale qual è il tuo giudizio? C’è poi tutta la questione dello stop forzato che un po’ ha complicato le cose.
“Mah, la questione virus ha sicuramente creato dei grossi imprevisti e ha costretto diverse attività allo stop. Tuttavia non è tutto perduto. Se persistono le attuali scadenze sarebbe ancora possibile effettuare la Coppa Italia giovanile e per questo ci dobbiamo tenere pronti; poi tutto può ancora succedere. Riguardo alla situazione del settore giovanile direi che c’è ancora da lavorare per poter dire che ci sono basi solide.

Comunque da quando sono entrato in questo mondo posso dire che progressi ne ho visti e i frutti in tal senso si raccolgono. Diversi ragazzini diventeranno school boy/girl l’anno prossimo e questo è segno di un precedente lavoro importante. Poi comprendo anche tutte le società che a livello giovanile non sono ancora organizzate; c’è una preparazione dedicata, occorrono tecnici realmente abilitati ad operare con i più piccoli, ci vuole tempo e molte ASD non hanno a disposizione la palestra quotidianamente, ma solo in detrminati giorni ed orari che non sempre coincidono con gli orari liberi dei bambini da impegni scolastici e altre attività.  Insomma non è un compito semplice”.

Come per Mimmo Cafarelli con il settore giovanile, il 2019 è stato un anno di svolta anche per
l’amatoriale nel quale Alfredo Genchi ha assunto l’onere e l’onore di prendere in mano il
movimento in Liguria e diventare rappresentante regionale. Un vertice nel segno della continuità
che ha visto per alcuni anni Matteo Gigliola (e per alcuni mesi Antonio Moschitta) e adesso proprio Alfredo Genchi, come Gigliola insegnante, nonchè Tecnico Titolare della ASD Boxe Boccadasse.


Alfredo come è stato l’impatto in questo nuovo ruolo?
“Beh più che un’idea una necessità. L’attività nel 2019 è partita tardi in tutta Italia. Bisognava in tempi rapidi formare una selezione regionale per poi gareggiare a livello nazionale; il tempo stringeva e bisognava correre. L’intenzione era di creare una sorta di rappresentativa che potesse partecipare in seguito ai tornei nazionali. E con l'aiuto di alcuni volenterosi siamo riusciti ad organizzare il campionato regionale al quale hanno aderito le società: Ardita Boxing Club, Pug. Varese Ligure, Élite Club Pegli e Boccadasse Boxing Club”.


L'immagine può contenere: 7 persone, tra cui Alfredo Genchi, Piero Picasso e Giancarlo Cilia, persone che sorridono, persone in piedi e spazio all'apertoE i primi risultati hanno dato delle soddisfazioni?
“Posso dire che sono state quattro gare all'insegna della sportività e dell'entusiasmo; questo è ciò
che può regalare il mondo della gym boxe. Ricordo in particolare l'ultima gara svoltasi nella
palestra dell'Ardita, un vero e proprio festival della boxe amatoriale. Un clima di festa con tanto
entusiasmo e allegria. A luglio siamo andati ai campionati Italiani di Fermo nelle Marche,
portandoci a casa 2 ori con Alberto Capozzi e Monica Del Portillo, 1 argento con Daniela Belluno e
3 bronzi con Fabrizio Pizzorno, Piero Picasso e Francesco Chiapparino. Un risultato eccezionale se
pensiamo che quattro mesi prima nemmeno dovevamo iscriverci”.


Quindi possiamo dire che sono state gettate delle basi solide per ripartire. Cosa ne pensi?
“Si senza dubbio. Quest'anno siamo partiti organizzati, con più società iscritte e tanta voglia di
crescere e far crescere la boxe amatoriale. Oltre alle ASD citate si sono aggiunte nuovamente la Celano Boxe, la Pugilistica Savonese e la Genova Boxing Team, società che giò negli anni passati avevao partecipato alle competizioni regionali e nazionali con ottimi risultati. Un settore amatoriale in espansione; supporto di gente che di boxe ne ha masticata per anni ed è pronta a buttarsi anche in questa disciplina. Ci sono i presupposti per far si che altre realtà decidano di aggregarsi e investire più tempo e risorse”.


Personalmente cosa ti ha trasmesso quest’esperienza e cosa ti può dare? Ritieni l’amatoriale
come una componente fondamentale del movimento pugilistico?

“Certamente. Se mi è consentita una metafora boxe agonistica e boxe amatoriale sono due mondi
diversi appartenenti alla stessa galassia. Sono riscaldati dallo stesso sole e possono condizionarsi
reciprocamente. Purtroppo c’è ancora una mentalità diffusa che la ritiene una disciplina inutile;
che snatura il pugilato. Al contrario io vedo nell’amatoriale una possibilità di rilancio della
situazione pugilistica attuale sempre più precaria. La boxe amatoriale è aggregante, conviviale;
capace di generare entusiasmo e di avvicinare allo sport. Ingredienti fondamentali per avvicinare
le persone in palestra. Sta a noi tecnici lavorare con metodo per fare bene con entrambe le
discipline. Lavori comuni e lavori differenziati tra agonisti ed amatori a seconda del momento. La
bellezza e la soddisfazione dell'incarico, ricevuto dalla Presidente Consuelo Dessena e dal Consiglio
Regionale FPI, è quello di unire i ragazzi in un unico corpo, quello della Liguria. Tifiamo sempre per l'atleta che vince meritatamente a prescindere dalla società per cui gareggia. Io mi batterò sempre affinché l'ego personale rimanga fuori dalle competizioni e che vinca finalmente la Boxe, il nostro amato sport”.
Alessio Melizzi