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Il pugile  ex Celano conquista a Marcianise la cintura intercontinentale IBF dei pesi leggeri mandando al tappeto l’ex gloria azzurra Domenico Valentino alla seconda ripresa con un terribile diretto destro.

119148695_1018931948567600_3153350208691208974_n.jpgNe è passato di tempo da quando Mohamed “Momo” Khalladi muoveva i primi passi alla Celano Boxe nella storica palestra di Cornigliano. Lui che come tanti era arrivato per imparare il pugilato in mezzo a tanti atleti dilettanti è da ieri sera campione intercontinentale IBF. Insomma Momo ha scalato posizioni e ora è nei piani alti del ranking mondiale. Andiamo però con ordine. La Celano Boxe è stata la prima palestra di Khalladi, quella dove ha fatto l’esordio e dove sono arrivati i numerosi successi da dilettante. Nel frattempo la famiglia e la nascita dei due splendidi figli e poi nel 2015 l’approdo al professionismo, seguito prima da Paolo e Enzo Celano e Mimmo Cafarelli nella sua avventura da Neo Pro.

 

In seguito sono anche Dino Orso della All Boxing Team Torino e Fabrizio La Mantia (anche lui ex Pugile Celano Boxe e ora Insegnante di Pugilato presso la C.S.B. Gymnasium Health Club) ad accompagnarlo in ogni singola sfida in Italia e all' Estero. 

La storia pugilistica di “Momo” può banalmente essere riassunta così anche se ciò sarebbe riduttivo. Perché Mohamed Khalladi è uno di quelli che può dire di averne passate tante, ma si è sempre rimesso in gioco. Arrivato oltre dieci anni fa in Italia dalla Tunisia con tante speranze, tanti sogni e un futuro ancora tutto da scoprire. L’avvicinamento alla Boxe che in qualche modo gli ha cambiato la vita e da lì la lunga gavetta con alti e bassi, tra cui un problema di salute di suo figlio. Però Momo non si è mai dato per vinto, anzi più passavano gli anni e più si convinceva dei suoi mezzi e il suo carattere si rafforzava. Pochi anni nel panorama dilettantistico e fin da subito si capiva di che pasta era fatto; un avversario tosto per chiunque con un destro micidiale in grado di nuocere a chiunque. La strada per il professionismo non appariva più come un’utopia e Khalladi pareva già essere un predestinato. L’esordio nei PRO arriva infatti nel 2015; un mondo del tutto diverso da quello dei dilettanti, ma che il pugile tunisino affronta sempre a testa alta e difatti esce vittorioso dal primo match. Seguiranno oltre venti incontri da quella primavera del 2015; match nel nostro paese ma anche in giro per l’Europa in piazze suggestive come Malta e la Germania

 

La grande occasione arriva però lo scorso anno a Sequals in Friuli, paese che diede i natali a Primo Carnera e a cui è intitolata la serata con in palio il titolo del Mediterraneo. Come consuetudine Khalladi non ci arriva da favorito ma a lui questo non importa, anzi stimolo in più per far bene e dimostrare il suo valore. L’avversario, Marcello Matano, cede dopo pochi round e una serie micidiale di colpi. E così arriva la prima cintura.

Il resto è storia recente; la difesa del titolo, l’asticella che va alzata e il Covid. Appunto quello spauracchio che ha influenzato tutte le nostre vite e rivoluzionato quella che è la preparazione degli atleti. Durante l’estate arriva l’annuncio tanto atteso: in palio una cintura intercontinentale. Contro Domenico Valentino, ex gloria azzurra facente parte del “dream team” che ha dato lustro all’Italia in almeno tre edizioni olimpiche, campione italiano dei PRO leggeri. Oltretutto match da disputare a casa sua, a Marcianise, una piazza calda in tutti i sensi. L’ennesima sfida a cui Momo non rinuncia ma che al contrario gli dà ulteriori motivazioni.   

 

 

 

 

 

 

 

IL MATCH

Una vigilia con un’attesa di quelle particolari. Il 25 Settembre infatti si sono ritrovati di fronte Domenico Mirko Valentino - classe 1984 pugile di grandissima esperienza con un palmares dilettantistico di quelli da far invidia a chiunque. Ha preso parte a tre manifestazioni olimpiche. Oltre a questo numerose partecipazioni a europei e mondiali condite più volte dalla medaglia d’oro. Passato professionista nel 2018 si è laureato campione italiano dei pesi leggeri - e Mohamed Khalladi anche lui professionista e campione dei giochi del mediterraneo lo scorso anno in un match brillante vinto ai danni di Marcello Matano. I favori del pronostico sono, manco a dirlo, a favore di Domenico Mirko Valentino, maggiore esperienza e, soprattutto, beniamino di casa. Ma questi sono particolari per gli esperti e per gli addetti ai lavori. Fattori che non mettono paura a Khalladi il quale con largo anticipo inizia una preparazione tutta testa, braccia, gambe e polmoni, ma soprattutto cuore. Bisogna raggiungere uno stato di forma ottimale perché se le premesse non impensieriscono lo sfidante è altresì vero che vi era la consapevolezza che per strappare il titolo bisognava puntare al ko, ossia al match perfetto.

E così inizia il match. Primo round di studio ma con i giusti acuti per far capire come potrà essere il proseguo. Khalladi prova a imporre la potenza dei suoi colpi mentre Valentino controlla e attende di sfoggiare le sue combinazioni nei round successivi.

La seconda ripresa parte come la prima però Momo rischia qualcosa di più. Lo sfidante avanza coi jab sinistri per trovare uno spiraglio e nel contempo mettere pressione al suo avversario. Su uno di questi Valentino prova il colpo di rimessa con il diretto destro ma si vede da subito che la reattività non è delle migliori. Risultato: Khalladi intuisce tutto e fulmineo porta anche lui un diretto destro di incontro che va a segno. L’impatto è devastante e il pugile di casa va a tappeto. L’arbitro si appresta a contare ma Valentino sembra intenzionato a rialzarsi nonostante la botta subita. Nel tentativo di rialzarsi però anche la caviglia destra gli gioca un brutto scherzo e a questo punto la via è segnata: Momo Khalladi trionfa per ko alla seconda ripresa ed è campione intercontinentale.

 

 

 120220101_3311239042323008_3590430047627888278_o.jpg L'immagine può contenere: una o più persone E a quel punto è un tripudio di gioia e commozione. Nelle interviste post gara Momo piange per l’incredibile gioia. Fatica ad esprimere tutto quello che ha dentro, ancora non gli è tornata la lucidità necessaria per realizzare che impresa è riuscito a compiere. Una maglia speciale che dedica a Genova, città che lo ha adottato, e alle 43 vittime del ponte. Poi sul fronte due suoi amici che non ci sono più e a cui ha voluto dedicare questo magnifico risultato. Dall’altra parte Valentino non può che ammettere come lo abbia sorpreso il destro alla mascella e, di conseguenza, la sconfitta.

La Liguria attende il proprio campione che torna vincitore, ma tutto può ancora succedere con Valentino che avrebbe già dato la sua disponibilità per una rivincita.

  

A parte quelli che possono essere gli scenari nel breve e medio periodo Momo è l’esempio perfetto di ciò che dovrebbe essere un atleta. Innanzitutto un uomo, uno che non si tira indietro. E anche se la vita presenta spesso degli ostacoli lui ha saputo sempre affrontarli senza perdere di vista i suoi obiettivi; alternando tenacia e umiltà, serenità e determinazione. Ci ha insegnato come la vita può essere bella e gratificante nonostante le insidie e che niente e nessuno ti deve allontanare dai tuoi ideali, da ciò che ti rende felice, anzi per tutto questo bisogna lottare. Ci ha mostrato la vera dimensione Etica del Pugilato (come ha precisato lo stesso Vice Presidente FPI Flavio D'Ambrosi). Ci ha fatto capire come la frase “niente è impossibile” non sia solo una frase fatta utilizzata da un famoso brand ma che le soddisfazioni possono arrivare se si è pronti a lottare e a mettersi in gioco. Momo è stato ed è tutto questo; non solo un campione affermato, ma un esempio per tutti noi.

Alessio Melizzi