Nel panorama pugilistico ligure diverse società hanno stretto i denti e riaperto l’attività con tutti i sacrifici e le precauzioni. Anche la Valpolcevera con le sue ASD prova a rialzare la testa e ridare speranza ai suoi atleti.  

Lo spettacolo deve continuare o, in questo caso, il pugilato deve continuare. Così fanno le società pugilistiche della Valpolcevera che come tante altre si sono organizzate per riprendere gli allenamenti in totale sicurezza.

La storica Pugilistica Borghetto è stata legata tanti anni al compianto maestro Arnaldo Sbardella, ma dopo la sua era suoi fedelissimi hanno preso le redini della società per portarla avanti seguendo gli insegnamenti del loro maestro. Fabrizio Pitto ha ottenuto pochi anni fa la guida tecnica della società, affiancato da Roberto Sbardella e dai veterani Donatello Rondanina e William Fenude che danno una grossa mano. Anche loro però hanno avuto diverse difficoltà visto il periodo di epidemia, ma la loro sinergia e la voglia di fare gli ha permesso di ricominciare l’attività sportiva.

WhatsApp Image 2020-10-22 at 13.28.06.jpegFabrizio dire che la ripresa è stata dura sarebbe banale. Puoi spiegarmi come vi siete organizzati per rispettare le varie disposizioni nazionali?

“Guarda innanzitutto le disposizioni della federazione sono state chiare e se nonostante tutte le restrizioni il pugilato ancora può proseguire è proprio grazie all’organizzazione della FPI e di come tutte le norme sono state recepite dalle singole palestre. Probabilmente alcune misure sono state e sono restrittive, ma io mi sono sentito di essere ancora più rigido in alcune cose. Ci tengo in primis alla salute dei ragazzi e voglio evitare che corrano rischi. In secondo luogo non abbiamo per il momento tornei agonistici e quindi ho ritenuto opportuno prenderci il tempo necessario. Dopotutto qualche mese in più non è quel grande sacrificio considerando che comunque i ragazzi possono allenarsi”.

WhatsApp Image 2020-10-22 at 13.28.06 (1).jpegSpiegati meglio; cosa intendi con misure ancora più rigide e ulteriori sacrifici?

“Beh oltre alle norme e alle misure minime di contenimento che tutti conosciamo ho deciso di non far fare guanti ai ragazzi almeno per un paio di mesi. Facciamo tutta la parte atletica bene e abbiamo i sacchi a disposizione, ma per quanto riguarda l’attività di sparring credo sia meglio attendere. Poi è una regola che ho inserito io e che ho chiarito coi ragazzi, se qualcuno vuole farli e sente questa necessità è liberissimo di andare a farli con altri pugili in un’altra società. L’importante comunque è parlarci e dirci le cose liberamente senza nasconderci. Anche per quanto riguarda l’accesso agli spogliatoi e soprattutto alle docce ho deciso di contingentare gli ingressi. Ciò per ridurre la possibilità di assembramenti e per mantenere le distanze tra gli atleti.  E naturalmente il cambio delle scarpe e la misurazione della temperatura corporea che sono obbligatorie. Infine anche sull’abbigliamento ci tengo che ogni ragazzo abbia la sua attrezzatura, i suoi guanti e il suo casco. Saranno anche regole severe, ma in questo modo facciamo attività regolare con tutta la prevenzione possibile”.

Quindi che obiettivi ti poni per il futuro?

“Sinceramente credo sia meglio vivere alla giornata e aspettarsi di tutto. Abbiamo ripreso l’attività all’inizio di Settembre e adesso rischiamo una nuova chiusura. Fra l’altro viviamo una situazione anomala perché siamo una ASD che può svolgere attività, ma all’interno di un circolo ricreativo che per effetto di un’ordinanza deve stare chiuso. Una situazione che in breve tempo dovremo risolvere. Sono poi consapevole delle difficoltà di tanti miei  colleghi, addirittura alcuni non hanno una palestra e non possono continuare con gli allenamenti. Penso che in questa situazione noi tutti, tecnici e atleti, dobbiamo essere uniti e aiutarci. Purtroppo talvolta si verificano episodi poco simpatici e questo non è bello per il nostro sport e alla fine è anche controproducente”.

 

Come Fabrizio Pitto e il suo team anche una vecchia gloria del pugilato ligure e nazionale come Carlo Russolillo ha la sua base in Valpolcevera e lì allena e cresce i suoi ragazzi. Anche lui ha dovuto fare i conti con  tutti problemi derivanti dal Covid e dai vari stravolgimenti che ne sono susseguiti. Lo stesso maestro ci racconta qualcosa sulla ripresa e sulle attuali sensazioni.

Maestro innanzitutto mi dici qualcosa riguardo alla ripresa e alla programmazione nel breve periodo?

“Abbiamo ripreso regolarmente ad allenarci il 10 di Settembre e già non era semplice; un po’ perché si ricominciava dopo un lungo stop e un po’ perché i vincoli sono assai restrittivi. Comunque ci siamo dati da fare e abbiamo preso, con i miei collaboratori e coi ragazzi, le dovute precauzioni”.

Più precisamente?

“Innanzitutto gli spazi e la distanza. Ho la fortuna di avere uno spazio esteso e perciò posso sfruttarlo mantenendo i ragazzi distanziati. Poi ci sono tutte le misure conosciute come l’abbigliamento, infatti raccomando sempre di arrivare già cambiati e comunque tendo a non far ammassare i ragazzi nello spogliatoio. Abbiamo poi l’apparecchio per la rilevazione della temperatura e in palestra al momento non faccio fare i guanti. Riguardo invece la sanificazione vi è una ditta specializzata che se ne occupa; ho provveduto io a farlo poiché ho ricevuto aiuto da parte del mio Comune e della mia sindaca con gli affitti del locale. Di conseguenza ho investito di più nella sicurezza. Non è semplice riuscire ad attuare tutto, ma noi tentiamo di allenarci e di svolgere le attività nel modo migliore e più regolare possibile”.

E al momento come vivete le ultime misure e il clima che si è creato?

“Sinceramente non è una situazione facile. Si vive con l’ansia che da un momento all’altro si debba chiudere vanificando il lavoro e i sacrifici fatti in quest’ultimo periodo. Io alleno nello spazio di una scuola e ho sempre il timore che il Comune possa temere qualcosa e costringermi a sospendere l’attività. Dall’altra parte a breve ci saranno i campionati e ho un pugile mediomassimo che dovrà partecipare. Però siamo sempre sul chi va là. Per il momento noi ce la mettiamo tutta e facciamo il nostro sperando che non arrivino altri provvedimenti”.

Alessio Melizzi