braccoUn altro riconoscimento, un altro titolo che riempie d’orgoglio il nostro amato commissario. Stella d’oro al Coni, Cavaliere della Repubblica e adesso Presidente onorario dell’associazione atleti olimpici e azzurri d’Italia di Savona.

 

Roberto Bracco lo conosciamo tutti in Liguria e non solo. Molti di noi hanno avuto il piacere di scambiare quattro chiacchere con lui e di ricevere qualche consiglio; talvolta anche qualche tirata d’orecchie. Perché “il cavaliere” come ormai affettuosamente lo conosciamo ha davvero un’esperienza consolidata e può dire di aver masticato pugilato in diverse epoche e in quasi tutti i possibili ruoli. Da buon pugile mediomassimo negli anni in cui i successi andavano conquistati con duro  lavoro, sangue e sudore, a commissario di gara fino alle diverse cariche onorifiche che ne fanno un autorevole rappresentante del panorama pugilistico della nostra regione.  

 

Stella d’oro del CONI per meriti sportivi è diventato poi Cavaliere della Repubblica due anni fa, nel 2019, nominato dal nostro Capo di Stato Sergio Mattarella. Da diversi anni facente parte dell’associazione nazionale atleti azzurri e olimpici per la provincia di Savona, lo scorso Sabato ha ricevuto la nomina a Presidente onorario in una piccola e sobria cerimonia nel palazzetto dello sport della medesima città.

Sentito telefonicamente, dopo i dovuti e sentiti complimenti, è stato un piacere scambiare qualche parola a proposito del pugilato e soprattutto di ciò che riguarda l’attuale situazione.

 

Roberto, da uomo di pugilato di lungo corso, cosa ne pensi del pugilato ligure? Tanto è cambiato dai tuoi tempi?

“Sicuramente altri tempi. Il pugilato, come tanti sport, è molto cambiato rispetto agli anni in cui gareggiavo io. Per quanto riguarda le iniziative federali e la gestione da parte del nostro comitato tanto di cappello. Per quanto riguarda l’agonismo in sé invece c’è stata un’involuzione”.

 

In che senso?

“Beh posso fare degli esempi semplici. Alcuni ragazzi sono andati ai campionati nazionali senza aver disputato match nella fase regionale o comunque avendone disputato uno solo. Gli assoluti nazionali sono un torneo difficile dove si incontrano avversari di alto livello e la preparazione è troppo importante. Certo la preparazione in palestra con il maestro è importante ma l’esperienza dei match è fondamentale”.

 

bracco 3Quindi è cambiato tanto rispetto a quando facevi tu pugilato?

“Innanzitutto c’erano più agonisti se non quasi esclusivamente agonisti. Adesso invece le palestre sono formate in maggioranza da amatori. Certo, sono importanti anche per la sopravvivenza della società e perché imparano questo sport diffondendolo anche tra i non addetti ai lavori. Dall’altra parte però lo sport in generale si è livellato verso il basso. Adesso noto meno propensione al sacrificio, alla voglia di emergere. E il pugilato è uno sport di sacrificio dove ottenere risultati comporta qualche rinuncia. Come ho detto prima quando ero agonista c’erano più atleti, di conseguenza per aggiudicarsi i regionali bisognava disputare più incontri. Poi da lì si andava alla fase interregionale che non c’è più da alcuni anni. Solo dopo aver vinto anche la fase interregionale si aveva l’accesso ai nazionali. Capisci anche tu che l’esperienza era maggiore. Anche dal punto di vista dell’insegnamento è cambiato tanto. Mi viene in mente una battuta, oggi trovi quasi più maestri che atleti. Certo è un modo di dire ma è anche un dato di fatto che tanti sono un po’ degli improvvisati”.

 

Pensi quindi che un buon maestro non può prescindere dall’esser stato un buon atleta?

“Non voglio certo estremizzare e nulla è solo nero o solo bianco. Però ci sono alcune fasi dell’incontro e alcuni stati d’animo che può provare il pugile sul ring che solo un maestro a sua volta pugile può comprendere. Un tecnico non agonista può essere eccellente dal punto di vista didattico e dell’analisi tecnica, ma non potrà mai avere piena empatia nei confronti del pugile nel momento del match”.

 

Invece parliamo della recente nomina. Ti ha fatto piacere?

“Essere presidente onorario è una grande soddisfazione. Presidente onorario della sezione di Savona è un riconoscimento delle istituzioni e della mia città che mi riempie d’orgoglio. Significa che qualcosa di buono ho fatto. Sabato scorso abbiamo fatto la cerimonia nel palazzetto dello sport rinnovando le cariche e con i pochi addetti ai lavori presenti causa situazione Covid”.

 

Concludiamo appunto con la situazione dovuta al virus. Auspichi una ripresa a breve delle attività agonistiche?

“Guarda non sono in grado di fare previsioni. Al momento le mie attività sono portare fuori il cane e buttare la spazzatura. A parte gli scherzi questo periodo ha fatto dei grossi danni e ne continua a fare soprattutto in ambito sportivo. Io non ho più l’attività di lezione ai bambini, ma è peggio per loro che per me, non hanno modo di fare attività fisica e ciò alla lunga nuoce. Sia dal punto di vista tecnico, ma soprattutto da quello della salute e della testa dobbiamo sperare che si torni presto a una sorta di normalità”.

 

 

Alessio Melizzi