FPI Liguria, la parola ai responsabili regionali.
- Pubblicato: 11 Aprile 2021
La FPI Liguria si è data da tempo un’organizzazione efficiente e strutturata; una delle prime decisioni di questo quadriennio è stata la nomina dei responsabili dei singoli settori affiancati dai collaboratori nelle varie province.
“Il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica i successi”. Dovrebbe essere una frase presente in ogni azienda e in ogni gruppo, ma anche solide e affermate realtà nei fatti non sono molto propense ad applicarla. Invece questa è la filosofia della FPI Liguria dove la collaborazione e la sinergia tra gli addetti ai lavori stanno portando a risultati eccellenti senza aver nulla da invidiare ad altre regioni come troppo spesso accadeva in passato.
Il pugilato è uno sport dove le attività sono molteplici e solo in una società è possibile vedere tanti diversi atleti ad allenarsi, ognuno con storie e obiettivi diversi. A questo proposito una novità sostanziale è la nomina dei responsabili dei settori: PRO, femminile, dilettanti AOB, giovanile, amatoriale, etc. Proprio per le differenze che vi sono tra questi settori c’è stata tale decisione. Responsabili con comprovate esperienze e competenze per valorizzare e promuovere ogni categoria senza lasciare nulla al caso. E tutti i diversi responsabili gli abbiamo conosciuti meglio e loro sono stati lieti di illustrare i loro obiettivi e le loro intenzioni.
Un settore che si è tirato su molto nell’ultimo periodo e in cui la Liguria può mirare in alto è il pugilato femminile e a guidare il movimento è Marco Nocentini già tecnico dell’Ardita Boxing Club.
Marco dopo gli ultimi anni di esperienza con l’Ardita con ottimi risultati adesso è arrivata la nomina a responsabile del pugilato femminile. Anni fa ci ha regalato tante soddisfazioni poi un periodo di oblio e adesso sembra di nuovo in grado di raggiungere ottimi risultati.
“Io mi sono candidato a questa carica innanzitutto perché è una nuova avventura, mi avvince ed è visibilmente in crescita. Gli elementi ci sono; come hai detto tu dopo anni positivi c’è stato un periodo di stallo ma adesso si vedono di nuovo dei risultati e ci sono tutte le condizioni per arrivare a fare ancora meglio. Mi impegnerò per portare avanti questo percorso”.
Due nomi su tutti, Michela Braga e Camilla Fadda. Si può ripetere l’impresa?
“Beh recentemente abbiamo ottenuto una medaglia d’oro con Sara Stirpe dove fra l’altro sono stato presente. Insieme alle due citate sono tre nomi pesanti, tre ragazze che in qualche modo devono essere da traino per le nuove leve. Lavoriamo e vedremo certamente dei risultati. Il lavoro serio e fatto bene paga sempre”.
Agli ultimi italiani assoluti abbiamo portato tre ragazze che hanno fatto una grande figura. È utopistico pensare di formare una squadra numericamente pari a quella maschile?
“Mah guarda i numeri del pugilato in generale sono molto più sbilanciati verso gli uomini ed è difficile portare tante ragazze a combattere. Questo solo per un discorso di carattere medico. Io comunque non voglio sbilanciarmi ma non vedo male il settore. Si tratta di una bella avventura che tento di portare avanti con impegno e perché no anche con tanto entusiasmo”.
Una new entry nel corpo dei responsabili è Tony Fontò; già tecnico della Boxe Sanremo (insieme a Stefano Veglia) coordinerà il movimento giovanile Schoolboy, Junior e Youth. Una bella responsabilità e tanta voglia di fare per Tony che in qualche modo rappresenta anche il ponente ligure in questa sua nomina.
Tony innanzitutto le tue sensazioni sulla nomina e quali sono le tue intenzioni ?
“Intanto per quanto riguarda la nomina è una cosa che fa emozionare ed è scontato ribadirlo. Per i ragazzi è una cosa stimolante perché a partire dagli schoolboys si vede il momento in cui il ragazzo debutta e tu magari sei lì a seguirlo in tutto il suo percorso fino ad avanzare nelle categorie d’età superiori”.
Si tratta di un compito difficile? Di una bella responsabilità?
“Io penso che sia una cosa che ti devi sentire dentro, una cosa particolare. Probabilmente non è per tutti. Si tratta di età un po’ delicata perché ci sono caratteri diversi e bisogna saper gestire il ragazzo sia in caso di vittoria sia di sconfitta. La sconfitta non va vista come un fallimento, ma come un’opportunità di crescita e dai propri errori si impara. Anche la vittoria però va gestita. Il ragazzo deve comunque ricevere le giuste motivazioni a prescindere dall’aver conseguito o meno un risultato positivo. Io mi trovo a mio agio a lavorare coi ragazzi, mi appassiona essere presente in questo percorso di crescita. Questo a parte con mio figlio lo riscontro in ogni ragazzo”.
A questo punto ti chiedo cosa può dare il pugilato proprio a partire da quest’età?
“Il pugilato non è solo uno sport, è un insegnamento di vita veramente grande. Noi mettiamo tutto la volontà e tutto il cuore per farli crescere. Il pugilato è un sacrifico che richiede preparazione fisica, mentale e anche uno standard alimentare particolare. In questo caso li potremmo seguire fino al diciottesimo anno d’età dove, se avremo lavorato bene, diventeranno Elite II o Elite I nei casi migliori”.
E a proposito di Elite anche questa categoria è molto ben rappresentata e il Comitato ligure ha voluto fare un lavoro mirato differenziando gli Elite dagli Elite II con due diversi responsabili e con un programma e un percorso mirati. Alla guida dei due rispettivi movimenti troviamo due grandi esponenti del pugilato ligure che si sono distinti nella loro carriera agonistica e che stanno facendo bene anche come tecnici.
Gli Elite saranno appunto guidati da Francesco “Cecco” Pernice ex atleta della Pugilistica Lagaccio e ora tecnico titolare della Genova Boxing Team.
Cecco che sensazione hai avuto quando hai ricevuto la nomina? Emozionato, contento di questo riconoscimento?
“Quando ho ricevuto la telefonata del responsabile tecnici Marcimino non me l’aspettavo. Erano due anni che stavamo vivendo una sorta di malessere pugilistico. Prima la tragedia del ponte e poi il Covid ci hanno un po’ allontanato da tutto. Orgoglioso di essere stato scelto tra tanti tecnici capaci in Liguria, sento molta responsabilità sulle mie spalle perché stiamo attraversando un momento difficile. L'obbiettivo è portare la Liguria più in alto possibile, abbiamo alle spalle un comitato molto forte e un presidente di spessore, ci sono tutti i requisiti per fare bene”.
Come la vedi la situazione attuale degli Elite liguri? Ci sono concrete possibilità di crescere?
“Adesso devo farmi un’idea di tutti i ragazzi a disposizione e sfrutterò i collegiali per farmi un’idea più chiara. Ovvio che saranno tutti presi in considerazione, ma dal punto di vista del futuro e della programmazione tento di vedere chi ha ancora un’età giovane e vanta già dei bei record. Tutti devono trovare spazio ma va da sé che un pugile con un’età avanzata con i match minimi per essere Elite non si può paragonare a uno che magari ne viene da poco dalle giovanili e ha già doppio dei match con uno score di vittorie alti. Questo anche per valorizzare le linee guida della federazione di far emergere i talenti. La Liguria ha sempre avuto buoni tecnici e buoni pugili perciò e lecito aspettarsi di far bene. Dai collegiali e dalle prime riunioni bisogna partire”.
E da Francesco Pernice passiamo a Raffaele Iacuzzi che sarà responsabile degli Elite II. Una carriera agonistica conclusa pochi anni fa per Raffaele ma già un percorso avviato da insegnante con volontà e chiarezza di obiettivi.
Raffaele in qualità di referente degli Elite II quali sono i punti importanti su cui ti senti di dare un contributo?
“Si tratta di ragazzi a volte giovani e comunque tutti ragazzi che hanno meno di dieci match. Per questa ragione mi sono fissato alcuni punti per me importanti e su cui credo sia importante lavorare. In primis l’impostazione di guardia e i colpi dritti con particolare cura della difesa. Per alcuni può essere più formativo mentre per altri più una revisione. Tuttavia un lavoro utile. Poi voglio sfruttare molto il lavoro dei collegiali per lo sparring condizionato e per vere e proprie sessioni di guanti”.
Quindi un lavoro alla base che può portare buoni risultati nel futuro?
“Assolutamente si, io sono il referente ma confido molto nella collaborazione della squadra dei collaboratori in cui vi sono anche Toma Baric, Antonio Moschitta e Daniele Barberis per la preparazione atletica. Un lavoro di pianificazione e condivisione fatto da tutti insieme. Da lì poi penso si possa veramente ipotizzare una squadra degli Elite II che possa confrontarsi con analoghe selezioni di altre regioni. E perché no poterli inserire anche in riunioni dedicate agli Elite che sono sicuramente più numerose”.
Tornando invece alla dimensione giovanile è opportuno differenziare e valorizzare il lavoro di chi muove i primi passi in palestra e cioè gli allievi e i canguri. In questo ruolo riconfermato Mimmo Cafarelli della Celano Boxe che già nello scorso quadriennio ha ereditato la guida di questo settore da Enzo Celano, che resta il suo principale collaboratore.
Mimmo nello scorso quadriennio ti sei fatto carico di questo settore con ottimi risultati e non a caso è arrivata la riconferma
“Sicuramente è stato un mandato ricco di soddisfazioni con ottimi risultati. La medaglia d’argento ai campionati italiani di Latina il trofeo Coni e tante altre attività dove abbiamo partecipato”.
Purtroppo quest’anno è un po’ diverso poiché l’attività giovanile è ferma da un po’ di tempo causa Covid19
“L’attività purtroppo è ferma da un anno e ancora non abbiamo notizie da parte della federazione in merito, per adesso aspettiamo notizie. È un peccato perché tanti bambini dai 5-6 fino ai 13 anni non possono svolgere attività e in questo modo va a perdersi anche tutta la dimensione ludico-sportiva e tutta la parte propedeutica. A prescindere da questo per me è molto importante molto stimolante perché sono presente nella formazione dei ragazzi e in una fase delicata perché in qualche modo li prepara poi per l’agonismo”.
E qualche idea-obiettivo per quando finirà questo periodo?
“Per quello che penso e per quelle che sono le mie sensazioni ti direi che quest’anno è saltato perciò la testa e il lavoro sono inevitabilmente rivolte al 2022. Tra l’altro dovrebbe essere introdotta una novità che è lo Sparring-io; dico dovrebbe perché ancora non è ufficiale. Si tratta di una sorta di sparring ma con contatto controllato. Questo potrebbe permettere agli atleti giovanissimi di cimentarsi già con l’attività da ring e fare esperienza per il futuro, come giàsuccede con la gym boxe per gli atleti amatori”.
E da tutti questi settori passiamo ai cosiddetti due estremi del pugilato: gli amatori e i professionisti. Due dimensioni estremamente diverse ma che meritano particolare attenzione e, soprattutto, un lavoro scrupoloso dietro perché si tratta di due serbatoi necessari per il pugilato in generale, seppur con modalità opposte.
Responsabile del settore amatoriale viene riconfermato Alfredo Genchi della Boxe Boccadasse. Un curriculum allettante come atleta che si è distinto sia nelle arti marziali sia nel pugilato. Poi la carriera da tecnico con ottimi risultati raggiunti dalla sua società. Ed è nell’ambito amatoriale che la Boxe Boccadasse si è distinta negli ultimi anni, partecipando a diversi tornei e conquistando molteplici vittorie.
Alfredo anche tu hai già avuto esperienza in questo ruolo. Da dove ripartire quest’anno con il periodo che stiamo vivendo?
“Penso che dopo l’esperienza positiva adesso il nostro compito principale sia quello di diffondere il più possibile la Gym Boxe all’interno della nostra regione. Questo facendo presente che la Gym Boxe non è il pugilato ma un universo parallelo, su quello penso sia necessario essere chiari. Mentre il pugilato non è per tutti la Gym Boxe e l’amatoriale lo sono. Allo stesso tempo penso sia importante valorizzarla e far capire il ruolo che essa ricopre all’interno del panorama pugilistico. Gli amatori sono linfa vitale per tutto il mondo pugilistico e soprattutto il settore può far si che tanta gente si possa avvicinare a questo sport senza correre rischi, senza farsi male”.
Purtroppo poi è arrivato il Covid che in qualche modo ha scombussolato tutto il lavoro fatto in precedenza. Come ripartire?
“Guarda prima di questa situazione abbiamo visto tutti che il lavoro era stato ottimo e soprattutto nel 2019 avevamo portato a casa delle vittorie importanti. Poi il covid ci ha un po’ costretti a ripartire da zero. Quello che possiamo fare è tentare di coinvolgere più persone, più società ad avvicinarsi a questa disciplina. Io sono già attivo da qualche anno sia come responsabile e sia con la mia società”.
Soprattutto adesso che siamo ancora in periodo di pandemia c’è volontà da parte degli addetti ai lavori di aderire al progetto?
“Ripeto che l’obiettivo è quello di fare bene. Fortunatamente con la mia ASD siamo già avviati in tal senso, ma vedo che tanti della c.d. “vecchia guardia” si stanno interessando. Fra l’altro i tesserati Gym Boxe non sono pochi ed è realistico pensare di poter coinvolgere diversi atleti di società che prima non avevano fatto nulla di tutto questo. Io sono ottimista. Aspettiamo”.
Ed ultimo ma non ultimo Armando Bellotti come responsabile del settore PRO. Spezzino con un passato da atleta nei professionisti e già attivo da alcuni anni sia come tecnico (tecnico titolare della Boxing Class di La Spezia) sia come intermediario. Ruolo che gli ha permesso di conoscere a fondo il settore ma che dovrà saper gestire bene in maniera distinta dai professionisti liguri.
Armando partiamo dalla domanda base. Contento della nomina a responsabile?
“Partiamo dal presupposto fondamentale. Io adoro il professionismo e lo considero il vero pugilato. Il dilettantismo è a mio parere il veicolo per giungere al professionismo. L’ho sempre adorato e da pugile ero riuscito ad arrivarci. Fra l’altro si parla di tempi dove arrivare a PRO serviva qualcosa di più. Poi tutta l’esperienza come intermediario e come tecnico mi ha permesso di accumulare competenze. Sul mandato posso dire che è una responsabilità e sono lieto di poterlo fare. Chiaramente è un mandato a tempo e sono contento che la FPI Liguria mi abbia dato fiducia; Sappiamo tutti che la Liguria ha un passato illustre sia come atleti sia come tecnici legati al settore PRO. Pensiamo solo al grande Rocco Agostino e alla macchina che aveva messo su qui in Liguria con Genova come punto di riferimento. Lui e Branchini sono stati il top come organizzazione e la Liguria era davvero un centro nevralgico. Per questo penso che la Liguria si possa ritagliare uno spazio importante”.
E partendo da questi presupposti cosa si potrebbe fare per ridare prestigio ai PRO?
“Mah a me in generale piace guardare un po’ più in là nel senso che si può sempre pensare a un progetto un po’ più in grande. Il mondo del professionismo come lo vivo io e come lo pratico non è noto a tutti e questo anche perché in Italia la mia figura è poco diffusa. In Liguria ci sono PRO con situazioni differenti e tutti vanno gestiti e valorizzati. Puntiamo chiaramente ad aumentare ancora il movimento PRO ligure. E per quanto riguarda la visibilità penso che si può lavorare per portare qui qualcosa di importante. Un evento dove ci siano i nostri PRO ma anche degli altri da fuori che siano nomi importanti e che possano dare lustro alla nostra Regione e al nostro comitato”.
Invece nel lungo periodo cosa speri di riuscire a fare?
“Come ti ho detto io sono convinto che la Liguria abbia le potenzialità per tornare in alto. Io tento di mettere in campo la mia esperienza per venire incontro alle diverse situazioni e ai diversi obiettivi. Certo non sarebbe male prima o poi portare un titolo qui nella nostra Regione. Inoltre spero poi di riuscire a tirare su un PRO nella mia società quindi allenarlo e gestirlo”.
Alessio Melizzi